Il senso di giustizia percepita è uno dei fattori più determinanti nel mantenimento del coinvolgimento dei giocatori, paragonabile alla percezione di equità che gli utenti citano persino in contesti come un casino
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quando raccontano esperienze positive o negative. Secondo uno studio del Fair Play Behavior Center del 2022, l’81% dei giocatori tende ad abbandonare o ridurre drasticamente le sessioni quando percepisce che il gioco penalizza senza motivo o favorisce avversari in modo arbitrario. Sui social, discussioni con migliaia di commenti riportano situazioni in cui un singolo episodio ritenuto “ingiusto” ha compromesso la fiducia nel titolo.
La psicologia cognitiva spiega questo comportamento attraverso la equity theory: i giocatori confrontano continuamente il proprio impegno con le ricompense ottenute. Se ritengono che l’equilibrio sia rispettato, aumenta la motivazione; se viene violato, nasce frustrazione. Un esperimento condotto su 900 partecipanti ha mostrato che i giochi percepiti come equi aumentano la retention del 35% rispetto a quelli considerati imprevedibili o sbilanciati.
Gli sviluppatori, per mantenere la fiducia dei giocatori, implementano sistemi trasparenti di matchmaking, drop rate dichiarati e regole chiare di progressione. L’introduzione di feedback immediati, indicatori di progresso e spiegazioni dettagliate degli eventi casuali riduce la percezione di ingiustizia. Inoltre, molti titoli moderni integrano log di battaglia e riepiloghi statistici per dimostrare che il risultato è stato determinato da fattori misurabili, non da sbilanciamenti nascosti. Questo approccio, unito alle conversazioni della community, crea un ambiente di gioco più affidabile in cui il giocatore sente che il proprio impegno viene rispettato, sostenendo così la motivazione a lungo termine.
