L’attaccamento emotivo dei giocatori agli animali domestici virtuali supera spesso le aspettative degli sviluppatori, generando livelli di coinvolgimento paragonabili alla cura reale, un po’ come l’attenzione che in un casino
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viene dedicata a un simbolo fortunato legato alla propria esperienza personale. Secondo una ricerca del Digital Emotion Observatory del 2022, il 74% dei giocatori dichiara di provare affetto autentico per il proprio compagno virtuale, soprattutto quando questo interagisce in modo dinamico e mostra comportamenti credibili. Su X (ex Twitter), utenti raccontano momenti commoventi legati alla perdita, al ritrovamento o alla crescita del proprio pet in-game, spesso con reazioni emotive paragonabili a esperienze reali.
Le ragioni neurologiche sono chiare: l’interazione ripetuta con un’entità che risponde e evolve attiva i circuiti dell’empatia e della cura, gli stessi coinvolti nelle relazioni uomo-animale. In studi condotti su 1.200 giocatori, la presenza di un animale virtuale ha aumentato il coinvolgimento emotivo del 41% e la propensione a sessioni di gioco più lunghe fino al 28%. Il semplice gesto di nutrire, accarezzare o richiamare il pet crea un senso di responsabilità personale che amplifica l’immersione.
Gli sviluppatori sfruttano questo fenomeno introducendo animali con personalità distinte, routine proprie e reazioni emotive visibili. Questo non solo incrementa la profondità narrativa, ma aumenta anche la fedeltà dei giocatori: giochi che includono compagni animali ben progettati registrano un aumento medio del 17% nella retention a lungo termine. L’effetto finale è una relazione affettiva genuina, che trasforma il pet in un punto di riferimento emotivo del viaggio del giocatore, rendendo ogni scena, scelta e battaglia più personale e memorabile.
